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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De senectute, 36
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originale
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36. habenda ratio valetudinis, utendum exercitationibus modicis, tantum cibi et potionis adhibendum ut reficiantur vires, non opprimantur. Nec vero corpori solum subveniendum est, sed menti atque animo multo magis; nam haec quoque, nisi tamquam lumini oleum instilles, exstinguuntur senectute. Et corpora quidem exercitationum defatigatione ingravescunt, animi autem exercendo levantur. Nam quos ait Caecilius
--comicos stultos senes,
hos significat credulos, obliviosos, dissolutos, quae vitia sunt non senectutis, sed inertis, ignavae, somniculosae senectutis. Ut petulantia, ut libido magis est adulescentium quam senum, nec tamen omnium adulescentium, sed non proborum, sic ista senilis stultitia, quae deliratio appellari solet, senum levium est, non omnium.
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traduzione
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36 praticare esercizi con moderazione, mangiare e bere quel tanto da ricostituire le energie, non da schiacciarle. Non bisogna provvedere solo al corpo, ma molto di pi? alla mente e all'animo: come se in una lampada non versassi pi? olio, la vecchiaia li spegne; ma mentre il corpo per lo sforzo degli esercizi si sente pesante, l'animo esercitandosi si fa pi? leggero. Quando Cecilio dice ?stupidi vecchi da commedia? intende i creduloni, gli smemorati, gli scapestrati; e questi non son difetti di ogni vecchiaia, ma di una vecchiaia inerte, imbelle e sonnacchiosa. Come l'insolenza, come il piacere dei sensi ? pi? dei giovani che dei vecchi, e non di tutti i giovani ma di quelli che non sono perbene, cos? la demenza senile chiamata di solito rimbambimento ? dei vecchi poveri di spirito, non di tutti.
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